Sono depressa.
In questo periodo per una serie di vicende che non sto qui a raccontare sono depressa, anzi mi sento molto crepuscolare. L'unico desiderio che avrei è quello di stare sotto una coperta al calduccio, al buio, in silenzio senza nessuno che mi gira in intorno. Che ne dite sono abbastanza depressa? Direi di si!
I miei sentimenti non posso ascoltarli, la vita di tutti i giorni mi incalza e mi sovrasta, per cui mi tocca malagrado tutto alzarmi e andare al lavoro, risolvere i problemi a tutti gli scocciatori che mi chiamano al telefono e fare tutte le altre cose quotidiane di cui farei a meno volentieri. Attendo esausta più del solito il fine settimana ripromettendomi di fare chissà cosa... e invece passo tutto il giorno a cucinare, non grande cucina, piatti semplici, così, da mangiare la sera quando rientro. Il cervello non pensa, è a folle e le mie mani vanno, vanno incessanti, prendo le cose dal frigo e lavo, affetto, trituro, cuocio... Ho passato tutta la domenica a "spignattare" nulla degno di nota a mio avviso, ma la mia cara commare, blogger esperta, mi dice che tutte le ricette sono degne di essere postate e allora mi fido, come mi sono sempre fidata e provo a lasciarvi le mie ricette, sperando che qualcuno le ritenga interessanti.
Ho una buona memoria, e ne vado fiera anche se a volte ciò può costituire un peso.
Stupisco i miei cari perché ricordo attimi dimenticati, ricostruisco aneddoti familiari, rammento fatti che nessuno più ricordava fossero avvenuti.
Per me i ricordi sono tutto.
Ogni tanto vado a rovistare tra le mie scatole del passato, ogni epoca della mia vita ha una sua scatola e a volte più di una: le scuole superiori, le gite scolastiche, l'università, la Spagna, le vacanze da "giovane", gli amori, ognuna di queste scatole contiene di tutto dalle carte dei cioccolatini con data ai fiori secchi regalati in qualche occasione speciale, biglietti, regali, foto, agende, lettere, diari.
Quando li passo in rassegna mi riportano indietro nel tempo, rivivo quei momenti, ricordo quelle persone e devo dire che è sempre una esperienza fantastica, in fondo dentro ognuna di quelle scatole c'è un pezzettino di me, della mia vita, di quella che sono oggi.
Ogni volta mi ripropongo di fare spazio e buttare qualcosa, vado con grandi sacchi neri dell'immondizia, mi dico questa volta ce la farò, butterò tutte le cose inutili, e invece dopo un pomeriggio a smontare leggere e rifare alla fine esco dalla mia soffitta (forse) con un sacchetto della spesa pieno di quello che sono riuscita a selezionare come ormai superato... ma con il cuore gonfio di nostalgia e magari con qualche lacrima accompagnatoria che ci sta sempre bene!
Questo mio attaccamento alle cose e ai ricordi investe tutto il mio modo di vivere, così ho armadi pieni di cose che non metto, e non metterò mai più, ho molti regali ancora incartati, rimasti inutilizzati perché magari non mi piacevano, oppure dovevo trovare il momento per usarli, e questo momento non è mai arrivato!
E in cucina?
Beh, la mia cucina è piena di ricordi a cominciare dal mio ricettario: un'agenda della Iveco del 1982, ero appena un'adolescente e amavo pastrugnare in cucina, adoravo i dolci e avevo molte zie bravissime a pasticciare. Una volta, durante i preparativi per il matrimonio di una mia cugina, la sera ho sottratto il ricettario della cuoca che stava dirigendo i preparativi, ho passato tutta la notte a trascrivere quelle preziose ricette della tradizione sul mio ricettario e la mattina all'alba mi sono precipitata a casa di mia zia prima che arrivasse la cuoca, per farle ritrovare il suo quaderno esattamente dove l'aveva lasciato!
Bisy lo odia il mio ricettario, dice che è troppo sconclusionato e forse devo dargli ragione: a volte non riesco neppure a ritrovare le ricette, però mi acccompagna da tanto e non lo posso abbandonare! La cosa bella è che, proprio per preservare i miei ricordi culinari, spesso riporto sul mio librone le ricette accompagnandole con il nome delle persone che me le hanno date, perchè così so che posso identificarle esattamente e non rischio di confonderle con altre. Così, sfogliando la mia mitica agenda iveco, si può trovare tortina nonna Immacolata, crostata Marcello, ciambellone zia Ines, torta sfrigoiata di Zena, pasta frolla di Alessandra, rustico Raffaella, ecc.
È bellissimo!
Quando dopo tanto tempo vado a rifare le ricette il ricordo va inevitabilemente alla persona, e se questa non c'è più, il ricordo è ancora più tenero.
Come degna conclusione, prendendo spunto da una di queste "ricette dei ricordi" che ho preparato in questi giorni, vi lascio la ricetta: sono perfette per l'aperitivo o per una festa di compleanno.
È sabato 7 luglio, sono iniziati i saldi e una voglia irrefrenabile di shopping mi pervade, da
giorni visito i negozi che mi interessano cercando di scrutare quello che poi oggi ho intenzione di
comprare, qualche piccolo acquisto di sicurezza, non si sa mai finissero le taglie, appaga momentaneamente
la mia frenesia, ma alla fine coinvolgo una mia cara amica nella folle corsa all'acquisto, tutto è
pianificato, ci vediamo sabato nel primo pomeriggio, molliamo figli e mariti a Parco Sempione, dotati di
gettoni per le giostrine, kit di sopravvivenza (zainetto con succhi, the, acqua cibo e antizanzare),
l'obiettivo è non essere disturbate!
Prevediamo di far tardi la sera per cui io mi anticipo la cena, sempre per evitare gli isterismi di
mariti alle prese con figli famelici e così per loro preparo una bella insalata di riso di quelle che i bambini non possono rifiutare: mais, piselli, zafferano, wurstel!
Per i grandi decido di preparare con l'unico souvenir delle recenti vacanze toscane, il guanciale, uno
squisito sughetto all'amatriciana, come vuole la tradizione!
Insomma, prole sistemata, cena predisposta eccoci sulla griglia di partenza, in jeans e scarpe
comodissime armate di biglietto del tram, di carta di credito e vistosi occhiali da sole partiamo dirette
verso una delle mete classiche dello shopping: Corso Buenos Aires, la via come al solito pullula di gente,
si fa fatica a camminare speditamente, gettiamo uno sguardo veloce ad ogni singola vetrina che incontriamo,
che venda scarpe, mutande o play station, tutto oggi ha un suo fascino e merita uno sguardo anche se
fugace. Niente ci può separare dalla nostra meta, obiettivo number one: H&M.
Ecco ci siamo inizia la danza compulsiva dell'acquisto d'occasione a tutti i costi: ci facciamo largo a
fatica tra signore ingioiellate che cercano l'abitino di tendenza per sembrare più giovani, tra statuarie
bellezze nordiche che qualsiasi cosa indossino sembrano sempre delle dee, chissà perchè su di noi non fa lo
strsso effetto.
Dopo qualche ora di selezione accurata di modello taglia e colore, il mio braccio sta per spezzarsi sotto
il peso delle cose che una dopo l'altra ci ho poggiato sopra in attesa di guadagnare l'ambìto camerino di
prova, una fila interminabile ci separa dalla fatidica prova... pazientemente aspettiamo il nostro turno,
non proprio comodamente tra l'andirivieni di chi passa e chi prova e gli improperi delle commesse stanche
e stressate di dover risistemare sempre le stesse cose.
Siamo quasi in dirittura d'arrivo, a dirigere il traffico in ingresso alle cabine di prova, ancora una
volta una ossuta e severissima bellezza nordica che, posta una linea immaginaria dinanzi a lei chiede di
non superarla fino al momento del nostro turno, detta istruzioni su come provare le cose e su come
"cortesemente" riordinare quelle che non ci interessano su un appendiabiti dinanzi al camerino e
soprattutto "In due no!"
E dunque è la fine....
Passeremo il resto del tempo una dentro a provare, l'altra fuori col braccio anchilosato dal peso degli
ometti e dei vestiti da provare, che tenta con l'unica mano disponibile di recuperare al volo ciò che
all'altra non interessa dopo la prova e cercando disperatamente di risistemarla secondo le istruzioni
ricevute con l'unica mano rimasta abile.
Sono le 19.30, io non ho comprato nulla di tutto quello che credevo, la mia amica si trascina qualcosa sul
braccio, la nostra sete non è appagata e allora ci dirigiamo verso il reparto bambini e dopo aver toccato
tutto ma proprio tutto quello che c'era riesco a selezionare tre gonnelline, due vestiti, un giubbino, tre
paia di mutandine di snoopy, un coloratissimo poncho, tutto per la mia cucciola, ne sarà contenta?
Attanaglianata dal dubbio agguanto al volo una coloratissima collana che sicuramente la farà felice.
E vai un ultimo sforzo, guadagnamo la cassa proprio mentre si annuncia che il negozio sta per chiudere,
mentre attendiamo pazienti di pagare, ci chiediamo come mai non abbiamo sentito mai il cellulare suonare,
ma ecco puntuale arrivare lo squillo, i mariti pressano, l'ora di punta è arrivata, da questo momento in
poi vogliono sapere cosa fare, come farlo, e in quanti nanosecondi saremo a casa.
Cerchiamo di dar loro le istruzioni di base, paghiamo velocemente e ci dirigiamo a passo sostenuto verso la
metro e verso casa, felici e soddisfatte di aver comprato proprio quello che volevamo!
15 minuti e siamo a casa, il pomeriggio di "respiro" è finito, la tavola apparecchiata ci richiama alla
realtà: tre pargoli affamati e due mariti distrutti!
W i saldi, W i pomeriggi per sole donne, W la voglia irrefrenabile di shopping!
Questa è la ricetta del secondo piatto che ho preparato, assolutamente di mia invenzione, sperimentazione che si è rivelata una specialità:
Ciao sono Bisy, l'altra metà di Risy in questo blog e nella vita!
Esordisco con questo post nel quale vi racconto la nostra vacanza nella costa d'argento della splendida Maremma Toscana che ci ha tenuti lontani per un po' da questi schermi e ci ha consentito di raccogliere stimoli e sapori che speriamo vi stuzzichino l'appetito.
Magari vi suggeriscono anche qualche idea per le vacanze...
Tutto inizia da una ricerca di Risy su Google, a caccia di un posto dove fare una settimana di mare per "spezzare" il ritmo lavorativo e consentire alla nostra cucciola di affrontare poi la scuola estiva dopo una pausa tutta spruzzi e giochi di sabbia. Ad onor del vero se esistesse il motore perfetto per la ricerca di una vacanza, Risy dimostrerebbe che perfetto non è, data la quantità di vincoli "assurdi" che impone: entro un budget definito tipicamente inferiore a quello dell'anno precedente, luogo non troppo distante perché il viaggio aumenta i costi e lo "sbattimento", location distante dal mare max 50 metri (51 è tollerato se il metro in più è in giardino), mare bandiera blu nell'anno in corso e possibilmente in altri 2 anni precedenti, sabbia fine, niente scogli, ingresso moderatamente profondo, meglio se con secche, per consentire accesso facile alla bimba (in realtà è per lei che per bagnarsi fin sulle ginocchia mette un salvagente a ciambella di 1 metro e mezzo di diametro), spiaggia non troppo frequentata, meglio se selvaggia di quelle con accesso da un boschetto pieno di rovi... piccolo particolare, se vuoi essere selvaggia, devi accettare qualche serpentello ogni tanto, ma no, il motore perfetto troverà la spiaggiaselvaggiasenzaserpenti che fa al caso nostro... Ovviamente immersione totale nel verde e inquinamento zero sono "must" per chi vive a Milano. Ebbene, a furia di oliare google, la nostra sorprendente Italia ci ha offerto l'ennesima perla: un casale d'epoca ristrutturato a due passi da una delle più belle coste nostrane, l'Argentario, che incredibilmente risponde a tutti i requisiti di Risy: prenotiamo convinti anche solo dalle immagini del sito...
L'appartamento riservato era disponibile solo da domenica mattina, per dare retta a Risy mi sono lasciato convincere a partire un giorno prima per "recuperare una giornata" come suole dire lei... Beh io vi racconto com'è andata poi giudicate voi... Ovviamente venerdì sera non siamo stati in grado di preparare la partenza anticipata, anche perché dovevamo trovare comunque un posto dove dormire. Decidiamo di preparare i bagagli e rimandare al giorno dopo la scelta del posto dove andare. La mattina successiva il programma di Risy era: sveglia alle otto, preparazione entro le otto e quindici, scelta del posto entro le otto e trenta, mentre io caricavo la macchina in max dieci minuti, partenza a razzo alle 8 e 45 (beh, aveva calcolato un po' di ritardo) arrivo stimato in 4 ore (ma che macchina abbiamo?), pranzo al sacco o panino e giro turistico della zona, poi cena in ristorantino tipico, nanna e giorno successivo di inizio ufficiale della vacanza marina. Alle 14 e 45 del giorno dopo una Risy con gli occhi iniettati di sangue sbatte la portiera del passeggero sotto lo sguardo attonito della cucciola. Siamo diretti a Grosseto, o almeno questo mi ordina di impostare sul Tom Tom One, navigatore satellitare con cui ha ingaggiato una lotta senza quartiere. E credetemi, non so come, sta vincendo lei!
Alle 19 circa, dopo un viaggio costellato dalle imprecazioni contro il navigatore, arriviamo al luogo da lei selezionato in una modalità che vi risparmio: L'hotel ristorante "Il Cacciatore" di Orbetello, di cui vedete qualche foto. Per fortuna del programmino si è salvata la cena, il nome del ristorante non è casuale, per questo optiamo per una cena che esalti il gusto della cacciagione. Mediamente soddisfatti ce ne andiamo a dormire con il vago sentore che quella cena non sia costata pochissimo... Il giorno dopo il conto: 190 euro tra stanza e cena + tentativo di furto con scasso della serratura dell'auto nuova di tre mesi. Per fortuna la serratura elettronica funzionava regolarmente, per cui ce ne andiamo contenti di avere la bella giornata di sole davanti a noi, grazie al fatto di aver anticipato la partenza, spendendo il 30% in + del budget. Mah... siamo in vacanza, meglio non pensarci.
Raramente l'impatto con ciò che avevamo visto solo su un sito ci ha sorpreso in meglio come in questo caso. Il Casale Voltoncino è veramente accogliente, molto curato nella ristrutturazione, dotato di tutti i confort. Abbiamo riportato qualche scatto magari meno professionale di quelli presenti sul sito per darvi un'idea di come è stato l'impatto all'entrata e del piacevole "mood" che si è creato da quel momento in poi con la nostra dimora della pur breve vacanza.Unico neo che non avevamo previsto e non documentato sul sito è la vicinanza alla statale Aurelia, una delle strade più trafficate d'Italia, decisamente perdonabile grazie all'efficienza dei doppi vetri e del climatizzatore presenti in tutte le stanze di tutti gli appartamenti, più penalizzante in giardino quando ci si rilassava al rientro dal mare.
Per rientrare nel tema del blog, vi risparmio i dettagli sulla vita di mare e vi parlo di come si è espressa Risy in cucina: con meno risorse, l'attrezzatura non sua e comunque incompleta e ingredienti ridotti all'osso per vari motivi ancora una volta ha dato il meglio di sé, a cominciare da un binomio sicuramente consolidato, la pasta tonno e zucchine, per proseguire con il pesce fresco e in frittura.
Nei nostri giri turistici in una giornata incerta sul piano metereologico abbiamo approfittato per fare qualche scatto nella vicina Porto Ercole e un giro a Porto Santo Stefano meta di vip. L'obbiettivo in realtà era quello di capire se riuscivamo a trovare del pesce fresco. La fortuna ci ha aiutato e abbiamo potuto assistere allo scarico nel porto del pescato di un paio di pescherecci appena approdati. Abbiamo seguito le casse fino alle pescherie sulla banchina e poi lo abbiamo acquistato a un prezzo decisamente popolare. Tornati a casa abbiamo subito scaldato per 2 minuti i gamberoni in padella con un filo d'olio extra vergine toscano e ce li siamo gustati così, semplicemente saporiti in un modo mai sentito.
Anche del pesce bianco ha accompagnato la serata con un sapore almeno per me mai provato. La frittura di paranza e i gamberetti li abbiamo gustati fritti il giorno dopo in un pranzo con alcuni amici che erano ospiti del vicino camping. Il pescatore ci ha inoltre suggerito una ricetta per i "moscardini" o comunque non ricordo come ha chiamato quelli che vedete in foto: cuocerli con un soffritto aglio olio e peperoncino per 5-6 minuti, spruzzarli con il vino bianco, finire con un po' di prezzemolo tritato e usare come condimento degli spaghetti. Il tutto tanto buono da dimenticare di fare la foto finale...
Chi nella sua infanzia non ha mangiato almeno una volta il fior di fragola?
Io da bambina lo adoravo, a volte lo preferivo ad altri gelati più consistenti, sembrava riuscisse ad accontentare tutti i gusti, il ghiacciolo fresco e il cuore di panna morbido... che cos'altro si può volere da un gelato?
Altro che l'era dei Magnum! Non ne posso più! Ogni estate ne tirano fuori uno nuovo con le sue edizioni limitate, neppure fosse un libro raro... e poi li assaggi e sono tutti uguali! La crema ha sempre lo stesso gusto!
Rivoglio il bel cartellone dell'Algida, con tanto di Arcobaleno, Fior di fragola, Camillino, Twister, Cornetto, Cucciolone, Cremino... insomma, un cartellone dove scegliere tra gelati diversi, e non tra nomi diversi dello stesso gelato.
Scusate lo sfogo ma io da giovane ero capace di girare per ore a cercare un bar dell'Algida prima di comprare un gelato, adesso non li compro più non hanno più lo stesso gusto, sono solo ultra dolci, e poco cremosi.
Con tutti questi ricordi che mi giravano per la mente, quando mi è stato chiesto da un'amica di fare una torta per il compleanno della sua bambina, ho deciso di fare questa
Scegliere tre o quattro zucchine di grossa pezzatura e tagliarle a fettine sottili. Preparare un'ampia padella con olio extravergine di oliva e friggerle velocemente. Scolarle dall'olio e metterle in una ciotola di coccio. Terminata la frittura, preparare una emulsione con aceto balsamico, un po' di aceto bianco, sale e tutti gli odori tritati. Ricoprire le zucchine e lasciar riposare. Servire fredde come contorno o per farcire ottimi panini.
N.B. La ricetta non è dietetica, visto che le zucchine sono fritte, eppure il mio nutrizionista me l'ha indicata come piatto da mangiare una volta ogni quindici giorni per far lavorare meglio il fegato.
Provare per credere!
Una mia cara amica, Ross, è tornata da una vacanza in Sicilia con un bel mazzetto di odori misti e l'entusiasmo di aver avuto contatti con la cucina del centro vacanze in cui era stata ospite. Sfruttando a pieno le nuove conoscenze, una sera a cena ci ha preparato questa ricetta davvero squisita che io ho replicato con successo e grande soddisfazione del palato.
Sono gli ultimi giorni che trascorro a casa in malattia, la
settimana
prossima torno al lavoro. Le giornate milanesi sono uggiose e viene
voglia di darsi ai pasticci casalinghi! Non so voi ma io d'estate non
amo molto cucinare mentre in inverno o autunno il gradevole tepore che
esce dal forno o dalle pentole in cottura mi ispirano e quindi mi
dedico più volentieri alla cucina.
Sono le 12.45, ciondolo ancora per casa in pigiama, mi dico che forse
sarà ora di cominciare a pensare al pranzo.
Apro il frigo e cerco l'ispirazione tra le cose che "si devono
consumare". Ho notato che questa caratteristica accomuna molti blogger
e la cosa mi fa sorridere: la vera arte non è cucinare
potendo scegliere gli ingredienti, ma riuscire a tirar
fuori qualcosa di speciale con quel che si ha a disposizione!
Sbircio, ho del gorgonzola che mi ha deluso, lo avevo comprato con
tanta
voglia dalla signora che vende formaggi sotto casa, ma il suo sapore
non è dei migliori, però bisognerebbe consumarlo.
Che fare?
Illuminazione: vedo del radicchio rosso lungo (tipo Treviso) sul fondo
del frigo e mi dico: "Uhm, quasi quasi faccio due ravioli con
radicchio e
gorgonzola".
Capperi! Ma è quasi l'una! Non mi spavento.
Lavo il radicchio lo faccio a pezzetti e lo metto a scaldare con un
filo d'olio in una padella, intanto vado a impastare la pasta. Acc.!
Ho solo farina integrale in casa! Beh pazienza, li farò
integrali, però, chissà, ormai è
tardi,
devo proseguire, quel che succede succede.
Così impasto la pasta velocemente e la metto sotto una
scodella di coccio, segreto della mia zia Antonella, che dice sempre
che la pasta fatta riposare sotto una scodella diventa liscia e
più facile da lavorare ed effettivamente è
così!
Mentre la pasta riposa preparo il ripieno, metto il gorgonzola in una
ciotola, quindi ci aggiungo il radicchio frullato con il minipimer, e
comincio a impastare, è troppo liquido devo aggiungere
qualcosa. Apro di nuovo il frigo c'è un fondo di ricotta e lo
butto dentro, quindi un uovo, un po' di parmigiano, ma è
ancora morbido. Prendo allora una manciata di pangrattato e devo dire
che funziona, ma alla fine decido di metterci dentro anche una decina di
noci tritate. Aggiusto con poco sale e un po' di pepe bianco e il ripieno è pronto.
Prendo la nonna papera, stendo la pasta e inizio a riempire i
ravioli con l'aiuto(!) della mia piccola che divertita dalla nonna
papera e dagli attrezzetti per fare i ravioli si avvicina incuriosita.
Ed ecco qua: il risultato lo vedete dalle foto.
In fondo alle 13.40 stiamo mangiando.
La cosa più bella: come li condisco?
Ma sì, faccio sciogliere un po' di burro in una padella con la salvia ce
li butto dentro appena scolati e aggiusto di parmigiano. Ed ecco il
vero tocco di gusto qualcuno si apre e... Meraviglia! La cremina che
è all'interno si sparge e diventa un sughetto gustosissimo. Davvero speciale!
Il problema ora è riprodurla. Sono sicura che se dovessi
rifarli non verranno mai più così!
Provo a lasciarvi le dosi. Ma ovviamente, come avrete capito dalla
storia, è tutto molto approssimativo.
per il ripieno:
per la pasta:
Di muffin nei vari blog se ne trovano mille e una ricette. Io vi propongo la mia che come al solito è
frutto di sperimentazioni e non di una dose ben precisa e che è dettata da una necessità:
consumare le uova di Pasqua!
Avete mai avuto 17 uova da consumare?
È pazzesco! Non sai cosa farci! Per lo più poi al latte e quindi benché si attenti
alla linea dopo che l'hai mangiata nei 10 giorni successivi, sei stanco.
Intanto il caldo incombe e le uova cominciano a sciogliersi, quindi urge una soluzione.
Innanzitutto ho sperimentato da due o tre anni che è possibile congelarlo il cioccolato
quindi faccio dei bei sacchettini e li infilo in congelatore.
Poi quando ho voglia, beh... preparo queste gustose merendine che la mia bimba si diverte a fare con me
e che mangia con molto gusto.
Metto a sciogliere a bagno maria circa 200 gr di cioccolato misto (non mi preoccupo se al latte e fondente insieme) con 100 gr di burro. Quindi li faccio raffredare un po'. In uno sbattitore metto a montare 3 uova e 150 gr di zucchero, quando sono montate aggiungo il cioccolato fuso e lascio montare ancora, aggiungo poi un bicchiere di latte oppure (come l'ultima volta) 125 gr di panna liquida, quindi metto la farina e il lievito. Faccio sempre dei mix di farina, per esempio aggiungo una 50ina di gr di farina di riso, 70 gr di farina integrale se piace, oppure tutta farina di grano tenero per circa 200 gr complessivi, io non le peso faccio un po' a occhio fino a che non vedo che la pasta ha la solita consistenza da torta, cioè "scrive"! Poi prendo i "pirottini da dolci" quelli in carta, n. 6, e ci metto un paio di cucchiaiate di impasto. Ho sperimentato da un po' di volte che li si può anche farcire, sono molto buoni: metto una cucchiaiata di pasta, poi ci aggiungo un paio di cucchiaini di marmellata di vostra preferenza (li ho fatti anche con la gelatina di limoni che avevo in casa ed erano squisiti) e poi metto un altro mezzo cucchiaio di impasto a coprire. Praticamente una volta cotti avranno un cuore morbido! Infine li metto in forno a 170/180° per una 15ina di minuti al massimo! Per finire, e per la gioia della piccola, faccio una glassa con zucchero a velo e acqua e li glasso, o in colori diversi oppure, come in queste foto, aggiungendo le codette di cioccolato colorate.
Se non fosse stato per quello spicchio di sole che per grazia del cielo è
apparso ieri sulla nostra città, a giudicare dalla settimana pivosa che l'aveva
preceduta, questa festa d'estate sarebbe stata proprio fuori luogo...
E invece, fuori da ogni più rosea aspettativa, la giornata è riuscita benissimo.
Un GAS (Gruppo di Acquisto Solidale) di cui siamo simpatizzanti, ci ha invitato a trascorrere
una giornata in una cascina in provincia di Como, per la tradizionale festa d'estate.
L'atmosfera davvero pittoresca, una cascina all'interno di un parco naturale, i campi coltivati
con agricoltura biologica, un allevamento di un milione? Non so ma tantissime galline ovaiole,
grandi prati verdi e tanta bella gente volenterosa che ha cucinato, preparato e dispensato i pasti,
consumati per i più organizzati su tavoli e sedie pieghevoli, per i più sprovveduti
come noi distesi sui prati, che per quanto piacevole come sensazione, erano tuttavia ancora bagnati,
ma ci si adatta a tutto.
Una chitarra che suonava musica popolare, tanti bambini che correvano scalzi giocando e
rincorrendosi o pasticciandosi con mille colori, una miniconferenza con i contadini che faticosamente
conducono questa realtà.
Insomma un piacevole ritaglio di pace e tranquillità lontano dalla frenesia e dallo smog cittadino.
Ora vi chiederete e tutto questo che c'entra con le cibarie? C'entra c'entra...
Il clou della giornata è stata infatti la gara di torte!
Chi voleva poteva preparare una torta e iscriverla al consorso con tre premi:
la più buona, la più bella la più sana.
Io ovviamente non potevo perdermi una simile occasione, e così ho trascorso gran parte della
settimana a sbirciare ricette e blog, ma soprattutto a sperimentare torte con vani tentativi:
prima ambivo alla più sana, e così mi sono lanciata nella prova di una torta di
grano saraceno e mirtilli, e devo dire senza successo degno di lode, poi allora con la
complicità di un'amica, mi sono lanciata sulla più bella, tale torta di Sant'Antonio,
che doveva essere a forma di fiore molto scenografico.
Ma anche qui qualcosa è andato storto, e così, disperata, mentre sabato pomeriggio ero a casa
della mia amica, ho deciso di andare sul sicuro: una vecchia, buona, tradizionale sacher,
che non delude mai e che può puntare ad essere la più buona.
Così ci mettiamo all'opera.
Tutto sembra andare per il meglio e all'alba delle 23.30 la sacher è pronta per la gara.
Peccato, nonostante un bel 10 assegnato da uno dei giurati, ho totalizzato 44 punti, contro i 46
di una mezza specie di tiramisù che si è aggiudicato il primo premio e anche la macchina
per fare il pane che c'era in palio!
Peccato... oggi devo fare il pane, continuerò ad impastarlo a mano *sigh*!
Comunque vi lascio la ricetta della Sacher di Giuditta, così come l'ho ribattezzata
scrivendola sul mio libro delle ricette.
Sicuramente non vi tradirà mai!
I preferiti di Risy...
Musica:
Pino Daniele, Renato Zero, Ligabue, F. De Gregori, e poi musica Jazz, soul, blues, Bossa Nova.
Libri:
La Casa degli Spiriti, Siddartha, Il codice da Vinci, La Casta, i romanzi di Sveva Casati Modigliani, Al di là del bene e del male, Il signore delle Mosche.
Film:
Tutti quelli del mitico Totò, del grande Pedro Almodavar, Il Signore degli Anelli, Ti presento Joe Black, Philadelfia, Via col Vento, C'era una volta in America, Chocolat. Le serie TV: Alias, Una mamma per amica, Grey's Anatomy, Dr House.